La Valeriana Officinalis è nota sin dai tempi più antichi e già in epoca medievale era considerata una vera e propria panacea, utilizzata non solo per il suo effetto calmante ma anche in maniera specifica per il trattamento dell'epilessia.

La valeriana non è utilizzata in cucina ma spesso viene confusa con l'insalata Valerianella (conosciuta a sua volta anche con il nome di Songino).


Il nome popolare "erba dei gatti" è stato associato alla valeriana che è in effetti capace di esercitare una attrazione nei felini: questi animali tendono a strofinarsi sopra la pianta che sortisce in loro un effetto simile a quello degli stupefacenti.

Valeriana officinalis: principi attivi e modulazione neurale

La pianta della valeriana officinalis è nota alla scienza e ai medici per le sue caratteristiche benefiche grazie alla ricchezza di flavonoidi e alcaloidi.

Viene utilizzata per il trattamento dei disturbi del sonno, per l'ansia e per l'intestino irritabile. La radice della Valeriana officinale contiene acidi valerianici e iridoidi che inibiscono un enzima (l'acido gamma amino butirrico transaminasi) che nel nostro corpo normalmente si occupa di degradare il neurotrasmettitore GABA.

Tale mediatore è però fondamentale nella induzione di uno stato di rilassamento e del sonno, tant'è che molti farmaci intervengono proprio sullo stimolo dei recettori del GABA al fine di indurre, a seconda dei sintomi presentati dal paziente, uno stato di calma generalizzato, rilassare la muscolatura e prevenire le convulsioni.

La presenza di questi attivi rende dunque la valeriana una pianta dalle grandi qualità sedative e favorenti il sonno, utile anche come terapia naturale sinergica nel trattamento dello stress.

Formati e dosaggi consigliati: come assumere la Valeriana officinalis

Quando si acquista un integratore è fondamentale attenersi ai dosaggi prescritti in etichetta in quanto elevate quantità di principio attivo possono generare importanti effetti collaterali.

Per gli stessi motivi non bisognerebbe utilizzare la Valeriana officinalis durante la gravidanza e l'allattamento, nè somministrarla a bambini e nè soprattutto integrarla in concomitanza all'assunzione di altri farmaci.

La valeriana ad esempio amplifica l'azione sedativa dei barbiturici, dei sonniferi e tranquillanti e non andrebbe quindi assunta qualora si seguisse la una terapia farmacologica di questo tipo.

La valeriana può essere assunta sotto forma di infuso, diluendo un cucchiaio raso di estratto secco di radice in una tazza d'acqua per 10 minuti prima di filtrare: in questo modo la tisana può esplicare un effetto sedativo e antispasmodico, ottimo prima di coricarsi.

Sotto forma di tintura madre il dosaggio varia da 15 a 30 gocce da diluire in un bicchiere d'acqua circa mezz'ora prima di andare a dormire, oppure uno o due compresse o capsule per un quantitativo giornaliero complessivo che non superi i 600 mg, da ingerire 30 minuti prima di mettersi a letto.

Per quanto riguarda gli effetti collaterali cui abbiamo accennato in precedenza, un utilizzo continuo e prolungato della valeriana così come dosi massicce della stessa possono generare sintomi come alta pressione, insonnia, emicrania e stati improvvisi di eccitazione.

Quantitativi superiori a 900 mg al giorno di valeriana officinalis inducono tali effetti secondari nella maggior parte dei soggetti sottoposti a indagine clinica, risultando una soglia da non superare.

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